INCHIESTA DONNA. Dopo quell'intervento si decise all'unanimità di investire meglio a livello sanitario e non solo e non tanto per eliminare le liste d'attesa, ma per creare un buon servizio specie a livello di prevenzione e chirurgico per questo ci si rivolse alla dottoressa Cristina Baldoni ed al dottor Luigi Noceroni in quanto c'erano da sistemare alcuni moduli di carattere medico se no non si poteva determinare un miracolo. Infatti la dottoressa Baldoni scriveva:"Dopo anni di esperienza nell'ambito chirurgico e dopo avere frequentato la scuola ed avere avuto esperienze in reparto di chirurgia addominale, mi sono resa conto che c'è sempre da imparare e che non bisogna mai dare niente per scontato. Difatti, l'altro giorno mi si è presentato il caso di questo signor Stefano a cui era stato diagnosticato un tumore intestinale che a detta di alcuni colleghi si era metastatizzato, ma poi io mi sono decisa di fare un approfondimento di Angio-Tc presso la dottoressa Giampalma Emanuela che si è accorta che il lume dell'aorta addominale delò signore risultava parzialmente obliterato a livello postdottale (età sui 65 anni). Questa era probabilmente una malformazione congenita di cui il signore non si era mai accorto e ciò provocava una coartazione che poteva essere attribuita ad una anormale estensione, dei tessuti caratteristici del dotto fin nella parete aortica, causando una simultanea stenosi  dei vasi circostanti che poteva essere interpretata di carattere tumorale, quando i tessuti si retraggono alla nascita in una specie di invaginazione. L'estrema ricchezza, però, di vascolarizzazione dell'intera parete toracica è una importante caratteristica di sopravvivenza di tali casi, dato che molte arterie che si formano indirettamente dall'aorta a monte della porzione obliterata, si anastomizzano con vasi connessi con l'aorta a valle dell'obliterazione ed i tratti di connessione si ingrandiscono notevolmente. Nella parte toracica anteriore (dove si erano rilevate probabili metastasi) le arterie toracoacromiale, toracica laterale e sottoscapolare dell'ascellare, la sovrascapolare della succlavia, e le arterie intercostali posteriori, prima e 2° del tronco costocervicale si anastomizzano con la 3° e le successive arrterie intercostali posteriori, mentre l'arteria mammaria interna ed i suoi rami terminali anastomizzano con le arterie intercostali posteriori più basse e le arterie epigastricche inferiori. Le arterie intercostali posteriori perciò sono sempre quelle più interessate da un ingrandimento dovuto a malformazioni dei loro rami dorsali che può talvolta caro Zompatori provocare formazione di solchi dei margini inferiori delle coste con cui sono in contatto e quindi si creano delle ombre radiologiche specie dell'arteria succlavia sn che risulta essere ingrandita. L'ingrossamento dei vasi scapolari e delle anastomosi allora in tali casistiche possono comportare la presenza di pulsazioni nella regione interscapolare posteriore definite "scapola pulsante". In altri casi poi di tipo predottale l'estensione della coartazione è molto variabile e può interessare ed essere limitata a quella parte dell'aorta compresa fra l'arteria brachiocefalica e la succlavia sn. In tal caso la pressione sanguigna e del polso nel braccio sn sono molto più bassi che nel braccio dx, e si può istituire una circolazione collaterale attraverso rami dell'arteria brachiocefalica. Ecco perché la dottoressa Baldoni Cristina, insieme al dottor Noceroni Luigi (si spera) proponeva di stabilire nelle Tc totalbody i margini laterali dell'aorta subito sotto il piano transpilorico in 4 cm in quanto l'arteria di dx passa anche dietro il dotto toracico e la vena azygos e quella sn dietro la vena emiazygos accessoria, ma se per caso il signor Stefano che ieri pomeriggio ha riportato la sua testimonianza riguardo ad un probabile miracolo avesse per davvero una obliterazione parziale congenita dell'aorta addominale, allora ci sarebbe uno sposamento dell'arteria sottocostale dx lungo il margine inferiore della 10° costa anziché della 12° (tipo tarchiato e tozzo con addome globoso) e quindi l'arteria sottocostale potrebbe non entrare davanti al quadrato dei lombi, madi lato verso il rene dx e quindi il signor Stefano potrebbe avere anche mal di schiena. Bisogna poi verificare bene dove decorre l'arteria di dx se sia dietro il colon ascendente oppure invece caro Noceroni se vi sia una possibile perforazione dell'aponevrosi del musvolo trasverso dell'addome e se quindi prosegue in avanti oppure invece di lato al muscolo obliquo interno e quindi se riesce ad anostomizzarsi completamente o solo parzialmente con l'arteria epigastrica superiore, con la più bassa intercostale posteriore e con la parte lombare altrimenti in corso di intervento chirurgico bisogna correggere la deviazione. In questi casi, comunque cambia la distribuzione che diviene più simile a quella del ramo dorsale e di un'arteria intercostale posteriore. Perciò il protocollo cambia aggiungendo in casi sospetti di obliterazioni anche una Angio-Tc totalbody e raccomandando agli infermieri capitanati da Lanzillotti di prendere la pressione sia nel braccio sx che in quello dx comparativamente per verificare se vi siano differenze di scompenso che poi generano problemi anche di carattere circolatorio e cardiovascolare. Questa è sostanzialmente la proposta di oggi a fermissima posta. CIAO." 

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