VOTAMI. Certo bisognava votare anche una rappresentanza giovane, una persona spigliata e sveglia che potesse guardare al futuro con occhi di luce. Venne scelta così Veronica, una donna single e madre che si candidava con sua figlia Jessica per i seguenti motivi:"Ho imparato che l'amore che ho ricevuto dai miei genitori, non poteva essere per me un modello praticabile in quanto loro erano persone fredde e piuttosto distaccate e perciò io ho vissuto un amore di fuoco che però si è estinto presto ed ho proiettato in quella breve relazione la concezione ideale che avevo in mente riguardo al rapporto di coppia, una concezione idilliaca che poi è apparsa miseramente carente nel confronto deleterio ed ingiusto di chi dovesse piegarsi al modello surreale che ci si era creati nella mente e che portava in sé molte attese, che poi non venivano ottenute. Il motivo per cui, quel modello che ci siamo creati non va bene ora, è che quando ce lo siamo creati eravamo bambini, vivevamo dentro la bolla di sapone dei nostri sogni e pensavamo che l'amore fosse come una magia di una favola e come un gioco dove la donna, non ancora cresciuta, recita la parte della principessa e l'uomo la parte del principe azzurro che la protegge e se ne prende cura con dovizia, accudendola con ogni cura e difendendola dai pericoli che la vita riserva. Invece ci accorgiamo che la protezione si può tramutare in forte gelosia e in controllo e che noi possiamo diventare schiave ed oggetti d'amore che vengono usati solo per i propri sfoghi ed il proprio piacere. Tanto per cominciare però le nostre esigenze rispetto all'infanzia sono cambiate e il sesso non può essere solo un intrattenimento e rappresentare un modo per avere soddisfazione solo nella carne, senza averne anche nella psiche. Poi, adesso abbiamo bisogno spesso di qualcuno che frughi negli angoli più problematici della nostra mente per poter capir meglio noi stessi ed accettare i cambiamenti dovuti all'età. In pratica, mentre prima era il genitore, bene o male che ci guidava e ci consigliava cosa fosse meglio fare, indirizzandoci per un verso o per un altro, adesso, invece siamo noi a dover prendere in mano la nostra vita e la nostra storia. Prima, qualcuno si prendeva cura di noi senza aspettarsi niente in cambio se non qualche sorriso e un grazie ogni tanto, ed ora siamo noi nelle nostre azioni quotidiane dobbiamo essere i primi ad amare, i primi aa comprendere, i primi a perdonare, a sopportare, a giustificare e quindi diventiamo dei fornitori esausti e sofferenti dell'amore e sentiamo dunque il peso della premura specie se abbiamo a carico una figlia. Tutto ciò crea un disservizio permanente: l'aspettativa su cosa significa amarci ed amare che non è mai reale e la pretesa di ottenere la perfezione che non è mai possibile. Quando si cresce ci si rende conto che si trovano patner noiosi che vogliono le camice stirate, che non vogliono trovare problemi quando tornano stanchi e stressati dal lavoro, che non riescono a ridere per una buffonata, che vogliono rilassarsi davanti alla TV senza ascoltare quello che vogliamo dirgli e quindi potremmo avvertire amarezza nello scoprire che l'amore non è un sogno, ma un paradosso che ha il suo lato redentore che riguarda il fatto che nascondiamo all'altro la nostra fatica e sacrificio solo per il quieto vivere, ma poi soffriamo moltissimo quando avvertiamo egoismo, chiusura, distanza dal patner e quando ci accorgiamo che la vita è meccanica ed un ripetersi continuo di abitudini che fagocitano i nostri entusiasmi e slanci amorosi. Allora capiamo che i paragoni non reggono e che i tempi che vivevano i nostri genitori appartenevano ad un altra epoca, mentre noi siamo costretti a crescere e a trovare da soli il nostro equilibrio, la nostra armonia e la nostra felicità. Molte relazioni iniziano con una convinzione fuorviante di poter raccontare tutto al patner e che non ci possa essere ipocrisia all'interno di un rapporto, e che noi possiamo esprimere anche irritazione, i nostri reali interessi senza finzioni ed invece non possiamo proprio svelare sempre tutto, talvolta ci tocca ingoiare i rospi dei rapporti con cognati o suoceri oppure ci tocca trovare degli escamotage, dei compromessi per riuscire a risolvere delle situazioni critiche che conducono ad inevitabili litigi che poi a lungo andare sfaldano il rapporto così come è accaduto a me e al mio ex marito. Il sollievo dell'onestà e della lealtà questo cercavo, ma mi sono sbagliata perché certi pensieri dovrebbero rimanere nascosti in quanto solo nel segreto si possono esprimere le preghiere più profonde, vere ed autentiche e nel segreto dobbiamo avere un nostro spazio in cui poter riposare la mente, in cui poterci scaricare dalle tensioni, in cui poterci sentire ancora come quei bambini sognanti. Ecco perché io scrivo poesie che mi rendono libera come una libellula che sa frullare nel cielo anche senza un perché, ma solo per danzare leggera senza alcun peso, leggera per sentirsi libera e forte in quella sua espressione. In quel momento sono vera, sono la libellula ed allora se ne va via la tigre grintosa ed arrabbiata, quella feroce tigre che tira fuori gli artigli e ruggisce cattiva, quella tigre che azzanna per potersi difendere e sfuggire dal male di sentirsi denigrare, di sentirsi incapace, di sentirsi inadeguata. Io ho capito, nella mia esperienza che bisogna avere un contegno nella vita e che bisogna saper limitare e confinare le proprie esternazioni, ma non certo come fecero i miei genitori che erano avidi di soddisfazioni, ma trovando la giusta misura che stta nel tollerare qualcosa degli altri, nell'accettare qualche difetto ed errore, di accogliere i segreti come spazi in cui si diviene libellule, in cui si superano momenti critici e duri, in cui ci si alleggerisce un poco da certe zavorre per riuscire a far salire la mongolfiera dell'amore che altrimenti non riesce ad esplorare mai la bellezza dell'amore. Se abbiamo l'impressione di essere liberi, non sospettiamo, ma desideriamo solo il meglio e perciò ci interessiamo e così se abbiamo il giusto interesse allora non ci sarà bisogno di controllare nulla perché sarà l'altro che vorrà raccontarci come si sente e come si trova a stare con noi e se sta bene è solo perché non si sente soffocato o oppresso, ma è libero. Votate questo, un amore che sia la libellula leggera della libertà di esprimersi nello spazio che le spetta e che le si confà." Votarono tutti all'unanimità.
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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