All'Istituto Alberto Marvelli - VOTAMI - Durante una riunione di un consiglio pastorale diocesano bisognava decidere i rappresentanti che dovevano prendersi la responsabilità di certe decisioni inerenti l'utilizzo delle risorse sia economiche che di volontariato da mettere in campo per poter mandare avanti la chiesa e così si scelse una rosa di candidati. Per primo si scelse un sacerdote che sicuramente poteva sapere il significato spirituale di certe cose ed egli si presentò "Ciao sono don Marco e ti chiedo di votarmi perché conosco bene la teologia moderna che utilizza il ruolo esclusivo della fede e sottolinea la situazione di separazione dell'essere umano da Dio, superabile solo con la fede (appunto) nella croce di Cristo. Noi giovani sacerdoti, cerchiamo di attuare il più possibile una teologia riformata che si basa su nozioni essenziali delle Bibbia che vengono tradotte in una intenzione di chiarezza che si fonda sullo Spirito Santo, alienazione, riconciliazione, incarnazione per dimostrare al popolo in cammino una guida di verità e ragione. Ora più che mai, di fronte alla crisi della chiesa e di fronte ai conflitti si ha bisogno penso di un sistema dominato dalla necessità logica che è importante per intendere gli sviluppi che dovrebbe avere la teologia contemporanea. Sono stato recentemente ad un ritiro spirituale conferenza tenuto dai domenicani e lì mi si è aperta davvero la mentalità tradizionalista che avevo imparato fino a quel momento perché ho scoperto tramite padre Fabio che il vero rinnovamento teologico sta nell'impegno di riformulare costantemente e pazientemente l'identità della teologia all'interno della nuova ecclesiologia, in un programma che auspica il ritorno di alcune scritture consigliate dai padri della chiesa, per un primato di rivelazione dei segni dei tempi come quello di aver liberato alcuni ostaggi in Palestina dopo molti giorni di guerra. Persino all'interno della chiesa ortodossa, russa si profilano esigenze di rinnovamento teologico ed ora i tempi sono maturi per sostenere che la Vergine Maria non ha del tutto cancellato, anche se in parte ha assorbito, l'antica figura russa della Madre Terra, che fa sentire la sua presenza, insieme alle influenze di idealismo romantico che si ritrovano spesso nei movimenti teologici-politici che si sono configurati nella grandiosa voce letteraria di Dostoevkij. Nelle attuali vicende di conflitto, fra Russia ed Ucraina che profilano drammaticamente la guerra mondiale, anche i toni del discorso teologico cambiano profondamente e si cede ad una teologia di carattere più dialettico per una demitizzazione del messaggio neotestamentario che intende accentuare il concetto trascendente divino, che si contrappone in un certo senso alla religione intesa come modalità umana (vana) di approccio troppo elevato. Dio è posto nel mezzo del villaggio come la donzelletta che vien dalla campagna in sul calar del sole con un mazzolin di rose e viole di Leopardi che tutt'oggi fa capire che Dio è in mezzo a noi, con noi e per noi e fa parte della nostra vita quotidiana fa parte del nostro pane di cui ci cibiamo, è incarnato nel nostro stesso sangue e diviene una continua riflessione messianica che coinvolge tutti, nessuno escluso nel tentativo di coniugare l'ispirazione cattolica con il recupero di aspetti eversivi, utopici, rivoluzionari e dell'assenza di Dio nella nostra esistenza, con una vivacità dinamica soprattutto sul versante teologico. Si tratta per me di evidenziare gli aspetti più interiori del corpo mistico di Cristo nella grande organizzazione visibile esteriormente di dimensione sentitamente comunitaria e poi por mano alla riforma dell'istituzione ecclesiale sulla spinta di istanze via, via più forti che sanno approfondire culturalmente la collegialità dell'episcopato, per modo di migliorare e rielaborare la teologia laicale, come vocazione specifica all'impegno delle strutture del mondo (dove il laico NON è più per favore il "non-chierico" o il "non-religioso"). La visone così si amplia ad una vera presenza di Cristo, nella quale si possono vedere diversi ministeri che superino le orto-prassi per attuare, invece una affermazione più pratica e semplice che abbia anche implicazioni sociali e trasformatrici dei rapporti di dipendenza ed oppressione in modo che ci possa essere una vera e propria evoluzione verso un tema più centrale e meno ecclesialmente autocentrato della cristologia. Non dobbiamo aver paura di azzardare verso una dislocazione dei luoghi di elaborazione che in sé stessi sanno combinare anbilmente scienza pratica insita per una natura delle azioni ed una attività contemplativa che possa afferrare meglio intuitivamente e genuinamente le forme eterne intelligibili intese come forme più alte della conoscenza e dell'aritmetica. Dio è in ogni vivente come un movimento che vuole compiersi divenendo vivente, Dio è vita che sa osservare e pensare le cose e Dio non è mai morte o sepoltura, ma è una conoscenza cercata prima di tutto in se stessa e poi applicata saggiamente al comportamento ed adoperata per fare qualcosa che sappia superare la morte ed il maligno con la facoltà piena di saper cogliere e giudicare i mezzi utili per raggiungere uno scopo e di impiegarli attraverso il ragionamento lucido ed illuminato su ciò che si vuole da cui risultano le decisioni. La mia esperienza, mi dice che invitare i fedeli a partecipare ai funerali di deceduti non crea un clima di spinta, ma lo deprime, quando invece bisogna saper riflettere meglio sulle nostre libertà di come impiegare al meglio il tempo che abbiamo i9n questa vita e questo tempo è preziosissimo e non può essere sprecato in vanità o astratti intendimenti o propositi quando invece bisogna capire che il barbone che sta fuori dalla chiesa a chiedere l'elemosina ha bisogno di trovare una collocazione ed una attività per non diventare un peso sociale, quando più che altro i giovani hanno bisogno di capire che devono dare spazio ad una filosofia pratica che non è solo di prassi, ma è anche di distinzione fiduciosa che il nostro impegno sarà premiato da una interazione dell'agire trasformatrice della resurrezione che vince il mondo con un termine più autonomo di prassi pratica più che discorsiva. Votatemi io sono il volto giusto che interpreta in maniera giusta la cristianità" Alcuni applaudirono altri si esentarono, ma comunque don Marco si candidò ugualmente per rappresentare la carità.
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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