All'Istituto Alberto Marvelli a Gabriele Trivellin - SENZA POLITICA. Elly aveva studiato scienze politiche per poter entrare a fare parte della leadership di un partito e poi per essere eletta segretaria del partito prima e diventare onorevole poi. Durante il suo percorso universitario Elly si era accorta che la disciplina politica che si occupa dell'agire e delle sue produzioni storico-istituzionali, volte alla realizzazione della convivenza umana c'erano punti dello statuto politico-sociale che erano molto precari, perché i loro sforzi di ricondurre a categorie precise la contingenza storica è sempre in qualche modo esposta al sacco. Così Elly dovendo preparare la tesi di laurea non sapeva come formulare il suo discorso: se avvalersi o meno di argomentazioni critiche, oppure se rimanere entro uno spazio pubblico che presupponeva la possibile attivazione della cittadinanza. D'altra parte, con buone ragioni ella ravvisava dentro di sé nelle ostilità con altri partiti e pensieri politici, un elemento costitutivo della tradizione che forse poteva superare il pregiudizio nei confronti dell'arte politica che in certe circostanze, Elly riteneva non essere accompagnata dalla consapevolezza del male che si può causare e sul quale però bisogna aprire bene gli occhi, specie nel trovare varchi di Speranza, nell'innovazione della volontà a dominare il corso del mondo malvagio e crudele. Elly allora si recò dall'amica Serracchiano per domandarle cosa ne pensasse al riguardo specie nei casi di rapporti ambivalenti, dell'appartenenza e dell'estraneità di intenti di un partito politico e di un ideale di pensiero. L'amica, dopo aver attentamente riflettuto diede una risposta davvero sorprendente per Elly che era anche illuminante per la sua tesi (suggerita) "Rapporti ansiosi e tensioni politiche-sociali" "Sai - rispose Serracchiano - spesso mi sono ritrovata in situazioni di gravi crisi politiche-sociali e a confrontarmi con governi precari e persino inconcludenti e questo purtroppo ritengo che sia avvenuto proprio in un periodo delicato che attraversava sia l'Italia che il mondo intero: il periodo COVID 19 dove siamo stati costretti a praticare delle chiusure e a recludere la gente nelle case, limitando la libertà e segregando i più fragili, i più deboli e le persone più vulnerabili. Tutto questo, te lo confesso, ha provocato in me moltissima ansia, ma quando mi sono recata da un neuropsichiatra per curarla prima che divenisse follia lui mi ha detto che in realtà l'ansia NON è una malattia, e tanto meno una debolezza mentale o un errore per il quale dovremmo cercare di trovare sempre soluzioni quando poi sarà il tempo a dare ragione ad una idea o ad un altra, sarà la storia stessa ad insegnarci se abbiamo fatto bene oppure no a prendere determinate strade e provvedimenti politici. In primo luogo, l'ansia che provi è più che naturale in quanto è una risposta estremamente sensata ai guai e le vicissitudini che la vita ci pone di fronte e poi con l'ansia (ed io non lo sapevo, ma l'ho scoperto dal libro "Un educazione emotiva" di Alain De Botton) l'ansia ci può rendere più ragionevoli all'effettiva stranezza di alcuni individui e colleghi che ci circondano, allo sgomento che creano le immagini degli attuali conflitti e distruzioni, all'incertezza, alle crisi e ai pericoli dell'esistenza. L'ansia politica nella sua tensione a fare il meglio possibile per il Paese è la nostra condizione, amica mia, di base per avere dei saldi fondamenti su cui consolidarci, in quanto abbiamo corpi profondamente vulnerabili specialmente noi donne, una complessa rete di fragili organi, tutti in attesa di un momento in cui abbandonarci e rilassarci a nostra discrezione (e non a quella di qualcuno che ce la impone in maniera talvolta catastrofica); perché specialmente noi della politica NON disponiamo di una quantità sufficiente di informazioni per poterci sempre destreggiare e comportare al meglio quando dobbiamo prendere delle importanti decisioni che riguardano la nazione intera; perché possiamo immaginare molto più di quello che abbiamo ed ambirvi, ma non è poi detto che lo otteniamo specie all'interno di una società come quella attuale di mediatizzazione social e delle telecomunicazioni dove pare abbia la meglio l'invidia e l'irrequietezza che sono una costante; perché siamo esemplari ansiosi e viviamo nel terrore della fine del mondo e della specie umana; perché le traiettorie delle nostre carriere e delle nostre finanze sono intrecciate con labili meccanismi ostinati, altamente competitivi, distruttivi ed arbitrari di un motore economico inarrestabile che vuole giungere all'agiatezza; perché per la nostra autostima politica e la sensazione di benessere esteriore facciamo affidamento all'amore di persone che non possiamo affatto controllare come certi momenti storici in cui le nostre esigenze e quelle del popolo sovrano spesso non corrispondono e quindi possiamo solo avere speranze che i nostri programmi e progetti abbiano possibilità di andare in porto e di essere portati a termine. Io, te lo confesso, sono dolorosamente ansiosa, ma ciò mi fa riflettere su come andrebbero le cose se tutti avessero più sensibilità e non distacco dalle implicazioni di ogni cosa e se avessimo una percezione ed una visione più aperta e più consapevole del mondo, ma da che ho visto e per come stanno effettivamente le cose la più sveglia fra noi pare essere una avvocatessa che se ne va in giro avvolta nella sua stupidità di trovare il pelo nell'uovo. Invece, sai, io vorrei tanto reinterpretare la mia ansia, quando incontro tali persone potendole mandare a quel benemerito paese o dentro all'inferno dantesco degli ignavi, in modo tale che non ella (parlo dell'avvocatessa e di coloro che l'ascoltano) NON intralci il discernimento politico necessario a fare chiarezza e a gestire al meglio le cose senza dover perdere troppo tempo in civetterie quando ci ritroviamo spesso in preda al panico di attacchi terroristici o mafiosi, di fronte ai problemi della migrazione di massa, di fronte alla giusta distribuzione delle risorse economiche e sociali e di fronte ad una sottile patina di falsa civiltà che può tradursi poi in labilità mentale ed in efferati delitti e pene. Io mi sono resa conto nel mio percorso politico-sociale che tutto ciò che ora pare contare così tanto per i palloni gonfiati, prima o  poi potrebbe finire come sono finiti il partito socialista, quello dell'ulivo e della margherita ed altri parlamentari come Cicciolina e come tutto può venire annientato dal partito di turno che può rendere con un cattivo servizio al Paese tutto casuale quelle che si ritenevano svolte che poi in balia degli eventi storici e della vita sono finite per crollare senza scampo sotto macerie di terremoti o annegate nei diluvi. Questo vuol dire che noi all'interno della politica dobbiamo trovare i modi migliori per affrontare gli accadimenti, sapendo usare l'ansia come la nostra migliore intuizione che adesso non sappiamo ancora bene come impiegare, ma che rimanendo uniti a ricercare fra testi e fra esperienze politiche sono convinta troveremo accettando in ciò di non essere perfetti, ma comunque di avvicinarci alla perfezione con l'aiuto di Dio. Vedi, cara Elly è difficile dire agli avversari e persino a certi avvocati che dovrebbero difenderci che se non ci sono dei validi motivi per creare ulteriori allarmismi se un politico ha usato o meno il giusto termine oppure no, allora NON vada bene o non sia seduto nel posto giusto in parlamento perché noi qui per la vera Giustizia accettiamo anche le minoranze etniche cara signora della strada che ti lamentavi che nella classe di tuo figlio c'era la maggioranza di extracomunitari, quando noi accettiamo l'integrazione con altre culture come quella della comunità islamica, con quella ebrea e con quella persino buddista, quando noi siamo per la libertà di espressione democratica e per fare in modo che ogni cittadino possa avere i suoi spazi di confronto con noi aprendogli ben volentieri le porte se avesse qualche utile suggerimento che possa servire per davvero al Paese, e non a peggiorare le cose provocando litigi come è successo purtroppo vergognosamente in parlamento dove poi, finalmente, si sono applicati i disciplinari e dove si è in questo dimostrato serietà e senso di responsabilità e di consapevolezza del posto che andiamo ad occupare. Forse ha ragione una mia amica, che mi dice che quando capita che ci mettono all'angolo del ring e che usciamo sconfitti, dobbiamo soffrire da sole, ma almeno possiamo tendere le nostre braccia, a quelle donne come noi che ce la mettono davvero tutta, che generosamente si spendono senza risparmiarsi in nulla nemmeno per la loro stessa famiglia come per quella italiana, per quelle donne che si sono trovate in simili frangenti noi dobbiamo dare coraggio e la forza di dire a loro e tutto il popolo italiano che l'ansia politica merita DIGNITA' dell'essere donna, DIGNITA' di essere italiana, DIGNITA' di essere democratica e DIGNITA' di essere materna e protettrice delle classi più deboli. Sì, io sappilo cara Elly amica mia voglio rappresentare in parlamento la DIGNITA' umana, di donna e della bandiera italiana, voglio rappresentare l'ansia che dà valore vero ai nostri giorni quella di una rosa dove stava scritto che la sofferenza ci insegna a lottare per cose vere e giuste, che le delusioni ci insegnano a non mollare mai e poi mai e a diventare più forti, che l'amore per la politica, per il nostro Paese e per e delle persone che amiamo e ci amano ci insegna sempre a ricominciare daccapo. La DIGNITA' questo deve essere il senso della tensione e dell'ansietà politica." CAO Elly buon lavoro!!  

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