All'Istituto Alberto Marvelli, a Gabriele Trivellin, a chi ascolta col cuore - TEMPERAMENTO - Mauro aveva deciso di lasciare la direzione di un coro perché non trovava mai, al suo interno il giusto temperamento cioè un giusto sistema di correzione che fosse intelligente e sensato non solo rispetto all'intonazione naturale per adattarla agli intervalli musicali CODIFICATI di un determinato sistema musicale, ma anche riguardo certi atteggiamenti rigidi e troppo schematici di apprendimento e di comprensione della musica ed anche del carattere della musica. Come avvenne nel secolo xvi per adattare la scala pitagorica Mauro Ansaloni (bravissimo maestro) pensava di basarsi inizialmente sul ciclo delle quinte e con l'intervallo di 3° DISSONANTE per le nuove esigenze di una concezione più armonica basata sull'ACCORDO PERFETTO (costruito appunto sull'intervallo di 3° della scala zarliniana che ne derivò (basata sull'intervallo di 3° ed anche sui rapporti fra i primi armonici naturali), ma tutto questo presentava a sua volta delle grandi difficoltà specie per gli strumenti ad intonazione fissa (in pratica, gli strumenti a tastiera) sui quali risultavano sempre impraticabili le tonalità e modulazioni a mano a mano che si allontanavano dal fondamentale DO maggiore. Certo a questo inconveniente si ovviò adottando il cosiddetto temperamento eguale, cioè una suddivisione simmetrica dell'ottava in 12 semitoni IDENTICI, nella quale TUTTI gli intervalli (ad eccezione di quello di ottava) risultavano leggermente corretti, e cioè ben TEMPERATI rispetto alla nota naturale, ma Mauro si domandava come faceva a spiegare tutto questo ad una corista che invece si concentrava di più sulla dicitura che invece su cose più fondamentali come quella del giusto TEMPERAMENTO da tenere. Lui sapeva usare il temperamento solo sulla tastiera come la sua amica Marilù, ma purtroppo NON riusciva per niente a fare comprendere come un solo tasto servisse di più come DIESIS della nota precedente e come bemolle della seguente e cioè per regolarsi di guardare i precedenti di un imputata, di guardare i suoi lavori, di guardare le sue fatiche e la sua vera importante essenza per poi capire come agire per ottenere il miglioramento seguente. Il sistema viene codificato solo e soltanto quando ci si basa su autori che lo hanno sperimentato come effettivamente funzionale e favorente l'armonia e non su congetture di poter migliorare le cose con osservazioni NON sense, prive di valore veramente significante. Mauro Ansaloni si trovava davvero sul punto di andarsene e lasciar perdere tutto, il buon lavoro che aveva fatto in precedenza con Marilù quando ella gli suggerì di rivolgersi al miglior avvocato del foro un certo Paolo Manzelli dei sindacati per poter capire cosa fosse davvero meglio fare e Mauro fu sorpreso veramente di tale suggerimento e ne domandò il motivo alla sua amica Marilù che rispose "E' perché sono convintissima che tale avvocato sa trovare per noi la giusta e corretta soluzione in quanto non solo si è laureato con 110 e lode, ma prima di laurearsi per la sua tesi "Il senso relativo della norma" si è consultato persino con il neuropsichiatra Zamparetti Marco e quindi sentiamolo con fiducia che invece di peggiorare i nostri problemi li andrà a migliorare per davvero come fece a suo tempo Werckmeister nei suoi trattati esemplificando la GLOBALITA' dei problemi che si possono incontrare sia a livello normativo che umano" Paolo Manzelli dopo avere attentamente riflettuto rispose "Una norma esiste quando un gruppo di individui tiene regolarmente un comportamento considerandolo criterio generale di condotta ed un punto di riferimento per criticare coloro che non vi si confrontano e quindi è consentito criticare solo dopo che ci si è confrontati con la regola del rispetto e quella della sensatezza a livello delle osservazioni e perciò cara Marilù fai bene ad arrabbiarti con quel sacerdote che stamattina ti ha detto che nessuno ha scritto su un cartello con il temperamento che ha però c'è un bel proverbio che dice di non stuzzicare il Cané che dorme dopo una notte pesante passata in reperibilità per sala operatoria ortopedica e di non rompergli le scatole se per caso viene in chiesa alla messa con inezie di poco conto quando lui fa dei turnacci da far paura e quindi per non sapere leggere e né scrivere, se non sai chi hai di fronte evita commenti, polemiche o quant'altro che siano assurde e parla piuttosto di banalità come il tempo, come un film che hai visto al cinema, come un libro che hai letto che è molto meglio per attivare una conversazione interessante e matura. Questo è il giusto temperamento fare osservazioni interessanti e non vessanti, trovare l'argomentazione giusta su cui ci si deve correggere, fare delle modifiche che servano effettivamente migliorarsi". Mauro però sapeva che la corista sarebbe rimasta della sua convinzione che le sue osservazioni qualunque esse fossero servissero a migliorare, ma egli, per esempio,. personalmente pensava che come soluzione per le parole che finivano con la S siccome stava male sentire quel sibilo strascicato romagnolo fosse meglio non pronunciare la S finale e finire la parola con la vocale finale e questo anche per la cantante Loredana che strascicava troppo le consonanti finali e poi questo a livello rock dava un temperamento diverso ed originalissimo perché su 12 semitoni dall'ottava a 12 ne mancavano 4 toni che potevano diventare la consonante finale oppure rafforzare la vocale che risultava piena ed aveva migliore armonia. Difatti seppure 12/4 = 3 poi si poteva usare il mezzo tono superiore in fa diesis maggiore costituita da 6 diesis e quindi sui 4 toni mancanti corrispondente a re diesis minore ed equivalente acustico in sol bemolle maggiore che la signora corista di cui sopra avrebbe dovuto adottare mentre cantava se no non modulava per niente bene la sua voce e nemmeno rispettava i giusti intervalli (le osservazioni si fanno dopo la funzione NON prima per confondere ancor di più le idee e creare ansietà e disconnettere dalla concentrazione!) Infatti Cané aveva molto bisogno di concentrazione perché doveva operare una spalla di una signora che aveva l'angolo di inclinazione del collo omerale formato dall'incontro dell'asse diafisario dell'omero con la tangente epifiso-trochieriana inferiore a 130° e più precisamente era di 125° lasciando comunque un margine glenoideo libero per inserire la clip di 3° per arrivare a 128° ed allora doveva modificare l'intervento mettendo dei chiodi se non addirittura arrivare alla protesi omerale e per questo si rendeva necessario per la paziente in oggetto fare una Tc che chiarisse ben bene di quanto fosse lo spazio interacromio-gleno-omerale, ma se fosse arrivata la prima corista che fiscalizzava sul fatto che NON si fosse usata la N in interacromion senza sentire la spiegazione che serviva a capire la soluzione ed anche la migliore interpretazione ed applicazione delle norme e cioè che se manca qualcosa spetta a noi trovare una soluzione, così come anche se non manca niente bisogna avere un giusto contegno di discrezione, allora come faceva il dottor Cané ortopedico ad andare avanti nel suo lavoro per un dato puramente formale e NON sostanziale della norma e della regola di come si doveva comportare in sala operatoria per NON danneggiare ancor di più la paziente. Insomma anche a te lo domandiamo caro Zamparetti se a qualcuna manca il famoso Venerdì cosa faresti tu?? Ti fisseresti su questo dato o invece risponderesti con una intelligente soluzione del tipo "Beh se manca il Venerdì lavoro gli altri dì!!" E quindi se mancano in effetti 2° da 125° a 130° escludendo il margine della glenoide di 3° allora possiamo rimediare con un chiodo lungo sul cercine della glena tu che ne dici Cané? Ecco cosa serve agli avvocati, agli ortopedici, ai neuropsichiatri o a TUTTO il popolo sovrano: NON FISSIAMOCI SU UN MODO DI FARE O SU UN ALTRO E SIAMO COME QUELLA GENTILE SIGNORA DELLE ELEZIONI CHE AVEVA IL COGNOME GIUSTO GIUSTI GIUSTISSIMO: FLESSIBILE"CIAO: 

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