LA SINDROME DELL'IMPOSTORE. Prima di cercare di pubblicare un trattato sul godimento la neuropsichiatra, decise di consultarsi con il suo collega Zamparetti Marco, perché riteneva che nel diario di Elio ci fossero dei punti particolarmente delicati e sensibili di cui discutere, come quello in cui egli asseriva di provare ribrezzo per il proprio corpo e di avvertirlo come un involucro informe per cui lei, essendosi letta qualche seminario si era accorta che molti si basavano su vecchie categorie (l'Altro, il desiderio dell'Altro) che è vero paiono sempre valide a titolo di sembiante, ma di sembianti necessari: bisogna credere meno nel padre, che diventa un sintomo, ma a condizione, però, di potersene servire quando è il caso di farlo e quello era proprio il caso giusto per aprire l'ipotesi della pubblicazione del trattato - CORSI DELLO SPECCHIO INTERIORE. Si voleva attraverso questo trattato, mettere una spina nel fianco agli psichiatri, psicologi e persino a tutta la categoria medica sul fatto di fare esistere molte funzioni attraverso il linguaggio considerando che prima o poi l'ordine simbolico di tale tipo di comunicazione in special modo fra terapeuta e paziente è comunque fragile e crolla spesso. Siamo nell'epoca dell'Altro che in realtà non esiste, ognuno resta praticamente chiuso nel proprio godimento, e pare che si abbia l'Altro solo attraverso la mediazione fantasmatica di carattere più che altro cinica, che contrasta grandemente con l'ipotesi del profondo desiderio dell'Altro, con la finzione (ecco perché la neuropsichiatra aveva creato la sindrome dell'impostore, infondo ci diventiamo tutti degli impostori riguardo al godimento) di un Altro che sia effettivamente desiderante. In tale frangente la neuropsichiatra avrebbe tanto voluto cambiare il termine "Altro" con il termine "Essenza" che esprime una natura o specie e che si contrappone a livello giuridico all'ACCIDENTE, indicando con ciò, quello che appartiene ad un Ente, di contro a quel che appartiene solo a livello contingente all'essere portato in causa. Quindi se l'omicidio femminile viene giudicato come un accidente dovuto alla errata supposizione da parte del carnefice che considera il rifiuto di quella parte fantasmatica, da parte della vittima come un rifiuto totale al suo godimento allora, si comprende che il carnefice aveva un rapporto squilibrato sul concetto di esistenza ed essenza dell'amore e di conseguenza del godimento. E quindi quando in Aristotele e Freud l'altra soddisfazione di cui un paragrafo lungo è intitolato al godimento che non si addice al rapporto sessuale, la neuropsichiatra supponeva che in tale ambito, non si tenesse in debito conto che in Dio non c'è alcuna distinzione fra l'essenza e l'esistenza dell'amore, essendo l'unico Ente che esista necessariamente, la cui esistenza cioè, implica nella sua essenza, che egli non possa riceverla da altri; quanto alle creature, invece, potrebbe esserci una distinzione reale fra essenza ed esistenza dell'amore e questo riguarda il sogno fantasmatico del medesimo termine. Infatti, persino san Tommaso dice con la sua frase topica Duns Scoto che la distinzione fra essenza ed esistenza dell'amore come mediatore sessuale potrebbe essere soltanto mentale (cioè di RAGIONE), anche se con questa tesi non si intende effettivamente generare una separabilità dell'essenza dall'esistenza di cose di per sé esistenti se provate, bensì sottolineare la peculiarità dell'atto sessuale per il quale prevarrebbe l'esistenza dell'amore con la presenza della sua essenza interiore - che in quanto tale è solo possibile - se ha ricevuto da Dio la "perfezione" dell'esistenza effettiva. Questa problematica, è veramente spinosa perché pone l'interrogativo se in certi casi di efferati delitti o violenze sulle donne sia il caso di fare una distinzione "ragionevole" fra esistenza ed essenza interiore dell'amore in modo tale che nelle interazioni psicoterapeutiche (specie a livello maschile) non si intenda l'essenza solo a livello meramente "nominale" ossia come una semplice caratterizzazione del significato di un termine, un abbozzo informe, quella specie di involucro rozzo che significa per alcuni maschi un termine che riporta l'uomo ad un animale ragionevole semplificando la comunicazione sessuale come un atto primitivo la cui essenza riguarda solo una cosa, un oggetto per il godimento. Invece, poi, partendo da Hegel, si potrebbe reinterpretare nuovamente il senso ontologico, come un livello del reale, ma in coppia OPPOSIZIONALE con il fenomeno amore e quello sessuale che dovrebbe esprimerlo nell'immaginario maschile più chiaramente come se fosse un mito da raggiungere. In tale senso, il linguaggio potrebbe deformare e addirittura sfigurare una struttura più profonda, tale da spiegare la realtà senza soffermarsi impunemente ai modi in cui essa si presenta immediatamente a noi per l'attrattiva o per il gradimento che ci appare già come possibile godimento dell'Essenza. In questo contesto, dunque, l'essere amore per l'Altro potrebbe essere di per sé caratterizzato da categorie qualitative; l'essenza, invece, dalle categorie RELAZIONALI (che per i giuristi sono "fondamento", sostanza e causa) e MODALI (possibilità, realtà e NECESSITA'). Tutti hanno il diritto a poter avere rapporti relazionali, ma prima bisogna accertarsi anche durante i processi per delitti passionali, se il carnefice aveva o meno compreso se era fondato il suo giudizio di poter godere dell'Altra, se vi era sostanza di possibilità che si avverasse la sua immagine ideale di essenza dell'amore in cui egli credeva e sperava, se si trattasse di aspettative realistiche e soprattutto e più di tutto se ci fossero le prospettive di NECESSITA' per il godimento dell'Altra. D'altronde le signore Annibali e Notaro riportando la loro esperienza al riguardo, potrebbero confermare che talvolta si crede più in una essenza fantasmatica piuttosto che ad una esistenza dell'amore interiore e soprattutto che l'essenza dell'amore non la si mette mai abbastanza al centro della propria esistenza INTUITIVA di contingenza dei fatti nelle loro particolarità psicologiche se no se si imparasse per davvero a fare questo finalmente l'essenza dell'amore diverrebbe una oggettività e al contempo necessità reale e non più fantasmatica né dentro e nemmeno fuori di noi. Se l'uomo è davvero un essere che vuole avvertire il privilegio dell'essenza ed esistenza dell'amore prima di tutto lo deve poter godere nel suo "esserci" in qualsiasi circostanza e cioè dal suo esistere-nel-mondo dell'amore il mondo migliore che porta alla pace interiore.
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
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