LA SINDROME DELL'IMPOSTORE. Ma di che cosa mai stava parlando? Preparazione? Nessuno è mai veramente preparato agli accadimenti della vita, anzi la neuropsichiatra non era nemmeno molto preparata nei confronti delle relazioni umane, figuriamoci poi per il resto. Molti pensano che basti vivere in maniera agiata per sentirsi a posto e contenti, ma poi, quando si ritrovano ad affrontare i problemi di ogni giorno con il ripetersi delle ore, delle stagioni e degli anni che scorrono facendoti invecchiare, allora si rendono conto che ciò che conta sono le condizioni di vita. Quelle che si hanno sul lavoro, dove passi la maggior parte del tempo, dove devi cercare di fare squadra e subire l'atteggiamento del capo a seconda del suo umore e ciò influisce sul tuo morale e ti rende nervoso oppure abbastanza tranquillo e questo vale più di molti incentivi economici. Pare che la motivazione ad andare avanti sia solo lo stipendio a fine mese, ma poi quando vedi i colleghi presenti al funerale di tuo padre, quando qualcuno raccoglie qualcosa per il tuo matrimonio, per la nascita di un figlio, per il regalo di pensionamento, allora ti rendi conto che sul lavoro trovi un altra famiglia dove inevitabilmente metti in primo piano i fattori affettivi e di appartenenza ad un gruppo spontaneo come regolatori del rapporto di lavoro stesso, perché infondo fare parte di un gruppo produttivo ti fa sentire orgoglioso e fiero di essere costruttore di una comunità di persone che costruiscono il Paese con le loro mani, i loro sacrifici e le loro rinunce. Non basta avere il benessere, se ti ammali, se una patologia ti colpisce in maniera invalidante, o colpisce un membro della tua famiglia; non basta davvero avere il rispetto, la considerazione della gente che incontri, occorre anche avere comprensione quando te la passi male e perciò è importante per te avere buoni rapporti di comunicazione con i colleghi con cui passi la maggior parte del tempo, con cui crei e produci qualcosa per altri e ti realizzi potendo portare avanti i tuoi progetti ed anche quelli per il futuro dei tuoi figli. Non esistono scuole che possano veramente prepararti ad affrontare le vicissitudini della vita, le scuole possono aiutarti massimo a diventare competente ed esperto in un mestiere, ma poi devi essere tu che in mezzo a tante nozioni, in mezzo a tante informazioni, in mezzo a tante notizie trovi la risposta giusta e più adeguata per te spesso sbagliando ed imparando dai tuoi stessi errori e dalle tue stesse cadute. Tu speri solo di essere utile nel momento in cui sei nel mondo, ma poi come tutte le cose, anche tu ti consumi e poi finisci la tua vita, per dare spazio ad un altra vita e ad altre idee che vadano oltre le tue, ad altri pensieri che possano elaborare meglio ciò che avevi detto tu con i tuoi messaggi al mondo e ad altri ragionamenti. No, non si è mai molto preparati ad affrontare la morte, l'assenza di una persona cara, il senso di vuoto e della mancanza, ma chi sopravvive deve andare comunque avanti e deve trovare il modo per onorare la memoria di chi ci ha preceduto specie se ha fatto tanto per la libertà. In questo sì che dobbiamo prepararci, a mantenere salda la libertà, la democrazia, la considerazione storica di ciò che è stato fatto per l'unità del Paese ed anche perché noi avessimo migliori condizioni di vita e non povertà. La neuropsichiatra allora si rintanò nella sua stanza a pregare che potesse trovare risposte illuminanti per il mondo migliore che sognava e che voleva portare avanti, come un vessillo che si eleva nell'aere per far conoscere al mondo il più bel messaggio di sempre: pace. 

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