IL RISCHIO. 1° MEDITAZIONE - I miei nonni, mi hanno sempre insegnato fin da bambina a risparmiare, tanto che mi hanno regalato un salvadanaio perché io mettessi da parte qualche soldo, nel caso in cui ci fossero stati tempi duri o io mi ritrovassi in determinate situazioni disagevoli e sfortunate. Ce lo insegna anche il vangelo di oggi, che nella vita ci sono sempre dei rischi da correre, quando si fanno delle scelte e si prendono delle decisioni che riguardano la nostra vocazione ed il nostro cammino, che proprio per questo diventa pieno di insidie. I primi rischi che si corrono sono quelli di carattere contrattuale per la questione di incertezza, molto frequente al giorno d'oggi in ordine al regolare svolgimento del rapporto contrattuale, inerente al pericolo di conseguenze economiche sfavorevoli su taluno dei contraenti. L'espressione di rischio contrattuale caro Paolo Manzelli ha il significato di elementi qualificanti e costanti, stante l'impossibilità di enunciare regole generali e quindi, in pratica ci si riferisce allo sviluppo di alcune configurabilità di cause che possano produrre danni che incidano su taluni dei contraenti o sugli effetti economici del contratto. Si distinguono in tale senso 2 categorie di rischio contrattuale: 1) rischio di inadempimento, sia esso volontario o colposo o non imputabile al contraente obbligato, ed al pericolo di sopravvenuta inopportunità dell'operazione di sottrazione economico-giuridica. 2) I modi in cui viene allocato il rischio e l'individuazione del contraente sul quale debbano ricadere le conseguenze economiche negative dell'avverarsi del rischio medesimo. La questione più spinosa, però, riguarda il rischio professionale per danni o per illeciti che è una alternativa alla colpa o al dolo, proprio di una società a capitalismo avanzata. Ed è proprio questa la prospettiva che propone lo stesso Gesù, cioè quella di mettersi nell'ordine di idee di assumersi le proprie responsabilità senza avere le spalle coperte da genitori, da fratelli e sorelle o parenti vari che ci possano proteggere o che ci possano aiutare e questo come dimostrazione di maturità. I maggiori rischi che si corrono, infatti, sono quelli di carattere finanziario che riducono il rendimento atteso degli investimenti, fino a produrre delle perdite. In particolare modo, per quanto riguarda i titoli, di capitale (azioni) ed il debito (obbligazioni), il rischio può essere rappresentato da 2 componenti diverse: un rischio specifico e uno generico (detto sistematico). Il 1° dipende dalle caratteristiche dell'ente emittente il titolo; come nel caso di investimenti in obbligazioni, per cui esiste sempre la possibilità che il debitore, tenuto a pagare gli interessi dovuti alle date convenute ed infine a rendere il capitale alla scadenza, non adempia perché, dopo la data di emissione dell'obbligazione, la sua situazione è peggio rata. L'inadempienza può essere lieve (cioè ritardo di pagamento degli interessi) o grave (cioè dissesto o fallimento) per cui in proposta si deve tenere conto anche dell'inesperienza e dell'età. Il rischio generico, invece, rappresenta la parte di variabilità del prezzo di ciascun titolo che dipende dalle fluttuazioni del mercato; è usuale verificare se tutti o quasi tutti i titoli azionari quotati in borsa si muovano insieme nella stessa direzione. Così, tutti gli investitori, potranno sopportare delle perdite solo perché delle cattive congiunture di borsa generano una discesa generale di tutti i prezzi. Più in dettaglio il rischio emittente riguarda la manifestazione di un rischio specifico: il debitore, che emette una obbligazione e si impegna a pagare gli interessi e rendere il capitale chiede all'investitore di sopportare un minimo rischio. Esiste, infatti, una relazione diretta e naturale fra la qualità dell'emittente ed il rendimento offerto come per i BTP (buoni tesoro postali) di cui fanno pubblicità ultimamente per tv. Allora facciamo l'ipotesi insieme alla professoressa Tafaro Tiziana che noi abbiamo investito 20.000 euro in BTP di cui già all'investimento si inglobano gli interessi per almeno 2 anni al 2% e quindi 20.000 x 2 anni x 2/100 = 800 euro che si capitalizzano diventando 20.800 euro il giorno dopo l'investimento ed ora succede che tali titoli a causa dei conflitti nei primi 6 mesi hanno un ribasso sempre al 2% = 416 euro e questo significa che in effetti noi possiamo prospettarci di guadagnare in effetti 800 - 416 = 384 e quindi dopo 6 mesi ci ritroviamo con 20.384 euro mentre i rimanenti ad arrivare a 416 e cioè 32 euro se li intasca la Banca d'Italia per il rischio di fluttuazioni in perdita e quindi se sono 32 euro ogni 6 mesi si hanno perdite x 4 volte (cioè 6 x 4 = 24 accrediti di quota) e quindi 32 x 4 = 128 euro di perdita effettiva e ciò significa che abbiamo diritto di guadagnare per lo meno 800 - 128 = 672 con la possibilità di ritrovarci con 672 x 2 anni = 1.344 e quindi alla fin, fine con 21.344 euro a fine corsa ed in pratica avere una 14° mensilità a giugno del 2° anno. A questo punto però dico allo stato che me ne frego e me ne fotto di quei 1.344 euro e che li voglio reinvestire con il minimo sindacale del mio reddito annuale di 1.344 x 12 mesi = 16.128 e quindi + 1.344 della 14° = 17.472 x 2% = 349,44 che si sommano per farmi ritrovare con = 17.821,44 e mi rendo conto che mi mancano ad arrivare a 20.000 euro investiti inizialmente = 2.178,56 che se moltiplicati x 10 del log base 10 = 21.785,60 e quindi mi rendo conto che rispetto alla prospettiva finale di guadagno ci perdo rispetto ai 21.344 = 441,60 che non sono altro che gli interessi maggiorati rispetto ai 416 iniziali di = 25,60 e perciò in realtà sui BTP fruttiferi perderei rispetto ai 32 euro prospettati più sopra se li lascio a mantecare un altro annetto (cioè 3 anni anziché 2 minimi) perderei dicevo 25,60 ogni 6 mesi e quindi x 6 volte = 153,60 - 128 che ho già speso sopra per la tenuta titoli = 25,60 PROVA DEL 9 che la perdita finale è di 153,60 e che quindi posso aggiungere ai 21.786,60 altri 25,60 x 2 semestri = 51,20 e alla fin fine della fiera dell'est Mi ritroverei con 21.807,80 mentre i 51,60 vanno come sempre in beneficienza a chi vi pare a voi delle Poste e Telecomunicazioni. Davvero se si è un poco generosi si ottengono tanti beni e si diviene pure facoltosi. Ciao.
IL TALENTO DI AMARE. Io non conosco ancora molto bene l'amore ed è per questo che a volte non riesco a distinguerlo in mezzo alla gente che incontro lungo la via. L'amore chiede conto a ciascuno dei doni che egli affida, attraverso intuizioni convincenti o meglio postulazioni assunte come principi di dimostrazione o ancora testimonianze degne di fiducia. L'amore è una rivelazione di qualificazione che viene scritta nel mondo e nella storia, ma io non ho nessuna qualifica per poterlo dimostrare perchè sono una semplice viandante continuamente in cammino. Io però mi sono lasciata trasportare da una parola chiave che è la parola talento che era una unità di misura che riguarda la Chiesa in cui la manifestazione della Fede è una norma di credibilità del valore che non è proprio ma è di una funzione di una totalità che si esprimono nell'adesione a Dio con specifico riferimento del Cristo fatto uomo nell'accezione di proposizioni o dogmi o istanze che li definiscono. L...
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