IL RISCHIO - INTERMEZZO - Quante volte mi sono ritrovata spoglia: di fronte ad umiliazioni di svilimento di chi mi lanciava contro occhiate di disperdimento, di chi con arroganza mi appellava e poi mi spregiava. Quante volte a terra mi trovai piangente e triste quando malata mi sentivo come una pietra che affonda, come un destino sfortunato di un barlume che mai sarebbe arrivato. Eppure la croce mi ha aggiunto e mai tolto, nonostante pensieri nell'amaro orto dove angosciata spesso mi son ritrovata e dove sopperivo e giacevo affaticata. Quante, quante volte mi sono ritrovata priva di tutto e abbandonata e con un grido alzavo gli occhi al cielo, eppure l'orecchio ha teso a me un padre buono ed una madre saggia del cielo perché pur correndo il rischio della nudità e della spada, pur conoscendo quello della malattia e del dolore, sempre sperassi nel mio cuore di vivere comunque l'infinito amore. Quante, quante volte ho rischiato la povertà, ma poi il cielo divino su di me ha avuto pietà.
IL TALENTO DI AMARE. Io non conosco ancora molto bene l'amore ed è per questo che a volte non riesco a distinguerlo in mezzo alla gente che incontro lungo la via. L'amore chiede conto a ciascuno dei doni che egli affida, attraverso intuizioni convincenti o meglio postulazioni assunte come principi di dimostrazione o ancora testimonianze degne di fiducia. L'amore è una rivelazione di qualificazione che viene scritta nel mondo e nella storia, ma io non ho nessuna qualifica per poterlo dimostrare perchè sono una semplice viandante continuamente in cammino. Io però mi sono lasciata trasportare da una parola chiave che è la parola talento che era una unità di misura che riguarda la Chiesa in cui la manifestazione della Fede è una norma di credibilità del valore che non è proprio ma è di una funzione di una totalità che si esprimono nell'adesione a Dio con specifico riferimento del Cristo fatto uomo nell'accezione di proposizioni o dogmi o istanze che li definiscono. L...
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