IL RISCHIO - INTERMEZZO - Quante volte mi sono ritrovata spoglia: di fronte ad umiliazioni di svilimento di chi mi lanciava contro occhiate di disperdimento, di chi con arroganza mi appellava e poi mi spregiava. Quante volte a terra mi trovai piangente e triste quando malata mi sentivo come una pietra che affonda, come un destino sfortunato di un barlume che mai sarebbe arrivato. Eppure la croce mi ha aggiunto e mai tolto, nonostante pensieri nell'amaro orto dove angosciata spesso mi son ritrovata e dove sopperivo e giacevo affaticata. Quante, quante volte mi sono ritrovata priva di tutto e abbandonata e con un grido alzavo gli occhi al cielo, eppure l'orecchio ha teso a me un padre buono ed una madre saggia del cielo perché pur correndo il rischio della nudità e della spada, pur conoscendo quello della malattia e del dolore, sempre sperassi nel mio cuore di vivere comunque l'infinito amore. Quante, quante volte ho rischiato la povertà, ma poi il cielo divino su di me ha avuto pietà.
IL GERARCA - Guardandosi intorno alla stanza dove si era rinchiuso per ripassare la sua parte attoriale politologica, si rivedeva in quel pubblico elettore. Dapprima c'era quel bambino timido sognante che rimaneva come estasiato da raggi radiosi di un utopia, poi c'era l'adolescente che si doveva confrontare con il disincanto della sfida dell'esperienza quotidiana ed infine c'era l'adulto che aveva a che fare con la complessità e la problematicità ed il relativo carico di cifre demoniache di nome azzardo, avventura, scacco, sconfitta e naufragio. Egli, per tale motivo, avrebbe tanto voluto attuare il compito di porsi a livello critico nell'argomentazione deduttiva, ponendosi un itinerario popolato di sintesi delle normative in cui era difficilissimo e alquanto complicato orientarsi per poter raggiungere dei risultati quanto meno decenti. Tuttavia, a livello organizzativo era molto complesso costruire forme di conciliazione/integrazione delle forme antinomic...
Commenti
Posta un commento