LA RETORICA DEL FORSE. Dopo l'applauso si presentò sul palco direttamente un cinese dal nome Chung-yung che era l'ultimo intervento di quella giornata che si espresse così:"Nella nostra cultura orientale, attualmente con i venti di guerra che incalzano noi tentiamo di ricreare un nuovo umanesimo per la restaurazione e la rinascita dell'umanità rivelata nella storia, civilmente e socialmente nelle forme più elevate della cultura civile. Ci sono sintomi nella nostra epoca di una nuova valutazione dell'uomo nel suo operare mondano che avviene attraverso i canali di comunicazione social che si svolgono anche nelle attività belliche. Del resto questa epoca pare non segnare e presentare a noi nessun valido premio Nobel per la pace o per la letteratura che possa essere di ispirazione per la condanna di secoli bui che succederanno alle guerre e che possa consegnare a noi attraverso l'unione di varie poetiche l'esaltazione della luce e della giustizia che non può tacere o rimanere nascosta o relegata. Dobbiamo trovare insieme una cultura della rivelazione indipendente dal credo religioso che porti ad una rigenerazione degli spiriti e che dia entusiasmo e l'orgoglio per la riscoperta di collaborazioni e di negoziazioni fra vari popoli, varie culture che siano di possibilità alla reintegrazione dell'uomo smarrito e perduto della selva oscura dantesca all'uomo che nel corso del tempo si è rinnovato per trovare una continuità della natura nell'anima della storia. Lo scorcio degli accordi che facciamo con la Russia, nostra vicina geografica servono a trovare un possibile umanesimo civile in nuove prospettive sovranazionali di incastri fra sperimentazioni e riflessioni di testimonianze di grandi personaggi che hanno lottato per la pace e che hanno fatto refluire la speranza di conquiste intellettuali e acquisizioni formali in cui cessino schemi esclusivi e stigmi di riferimento per poter innalzare l'aquilone libero e leggero dell'indagine e dell'avventura che sa schiudersi alla ricerca di un cammino di continua verifica con il drago critico che sa divorare la parte malefica per impartire a noi con il suo fuoco di passione le coordinate di resistenza da seguire per salvare la principessa anima nostra e donarle il fiore di loto dell'amore. Difendiamo come san Giorgio la principessa anima dal drago malefico del terrificante male che soggioga e divora le nostre essenze e cerchiamo di unire i tasselli della nostra immagine migliore, che sia giusta, che sia bella, che sia candida e che sia leggera fra le nuvole di fuoco e le onde di speranza, che sia veritiera nel dolce navigare di questi abissi invocando il padre interiore e la madre della vita che ci guidino nel moto conforme a vivere nel sentiero della pace. Pace a voi, pace a noi e al mondo, pace sia il nostro ritornello ora e sempre, pace. Ciao" Tutti nella sala rimasero colpiti da tanta saggia poesia di un vento che davvero ispirava pace.
IL TALENTO DI AMARE. Io non conosco ancora molto bene l'amore ed è per questo che a volte non riesco a distinguerlo in mezzo alla gente che incontro lungo la via. L'amore chiede conto a ciascuno dei doni che egli affida, attraverso intuizioni convincenti o meglio postulazioni assunte come principi di dimostrazione o ancora testimonianze degne di fiducia. L'amore è una rivelazione di qualificazione che viene scritta nel mondo e nella storia, ma io non ho nessuna qualifica per poterlo dimostrare perchè sono una semplice viandante continuamente in cammino. Io però mi sono lasciata trasportare da una parola chiave che è la parola talento che era una unità di misura che riguarda la Chiesa in cui la manifestazione della Fede è una norma di credibilità del valore che non è proprio ma è di una funzione di una totalità che si esprimono nell'adesione a Dio con specifico riferimento del Cristo fatto uomo nell'accezione di proposizioni o dogmi o istanze che li definiscono. L...
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