LA POLITICA DI CRISTO. La domanda di Gesù, quindi su cosa vorremmo ci fosse fatto, riguarda in realtà l'obbligazione e le ragioni che giustificano il diritto di comandare ed il dovere di obbedire che ancor oggi è una delle più preminenti domande della politica. Le 3 forme principali acquisite dalla politica sono ex natura, ex delicto, ex contractu dove l'ultima parte occupa oggi più che mai un posto sistematico, strappando la figura del contratto sociale all'oblio a cui l'avevano condannata il positivismo, lo storicismo e la filosofia hegeliana. Si dovrebbe, dunque, rivisitate e riatualizzare la tradizione del contrattualismo come funzione di programma di legittimazione basilare alla democrazia che sempre di più anche negli attuali scenari di conflitto appare come un orizzonte condiviso della migliore organizzazione politica, procedurale e ideologica per la riconfigurazione dei rapporti internazionali in senso cosmopolitico. Al centro del dibattito, però, ci si interroga particolarmente sulla possibilità, complementarietà o incompatibilità (nella loro pienezza) di valori come la libertà e l'uguaglianza. Tutto il dibattito è dominato da una continua contrapposizione: quella fra dottrina unilateralista di carattere utilitaristico e quella dei diritti che pongono al centro l'attenzione sulla distribuzione dei beni nel mondo ed i diritti degli individui, e le posizioni liberali con quelle comunitarie, dove il dissidio verte sulla primarietà del giusto rispetto del bene, sulla preferenza di accordare verso una concezione negazionista o positiva della libertà, sul modo di intendere il riconoscimento delle identità e sul senso e sul grado di precedenza da accordare agli individui rispetto a tutta la comunità. L'esperienza, in tale senso, ha insegnato che ci sono diversi gradi di collettivismo e che l'attuale approdo da parte della Russia e di Hamas al totalitarismo per la stabilità politica interna a potenze dominanti costituisce un vero e proprio atto di accusa per le direzioni imboccate in passato dalla filosofia politica che suggerisce più che mai una riflessione sulla riabilitazione della filosofia pratica. Conoscere il pluralismo non è semplicemente un fatto carico di inconvenienti e di immancabili contrasti storici fra le parti in gioco, ma un fatto che ha valore, in quanto intimamente connesso con la molteplicità dei fini e le complessità motivazionali di un essere che vive in un mondo costitutivamente plurale. In primo luogo così si delinea un approccio ermeneutico della dimensione politica nell'esperienza umana e poi si cerca sempre di dare un senso all'agire politico, riscattandolo dalla triplice frustrazione data dall'imprevedibilità dell'esito, l'irreversibilità del processo e soprattutto e più di tutto l'anonimità degli autori; ma in una accezione più specifica, la politica non è riducibile ad una mera decifrazione teorica, mediata da categorie proprie anche nella modernità degli eventi, di problemi e di sfide che stanno all'interno di precisi orizzonti di senso epocali. Sono i commiati, ora malinconici ed ora catastrofici, ora terapeutici che diventano i protagonisti della problematicità della politica in confronti fra ciò che è stato fatto e ciò che è ancora da fare e soprattutto nei paragoni con passati particolarmente drammatici come quello dell'olocausto degli ebrei, delle fosse ardeatine e di altri simili delitti umani che tendono a riportare in auge il senso della molteplicità seppure nel possibile antagonismo che include in sé stesso la consapevolezza della caducità politica, nella sua forma, azione e convinzione per lo più espressa con delle chiusure o aperture di segni di passaggio e di dissoluzione. Al centro di ogni teoria c'è l'economia e la tecnica entro gli orizzonti di destituzione soggettiva per una volontà di ricomposizione che va sul forse si può trovare la giusta inclinazione e l'intento di un lavoro costante nel sogno sperante di virtù appagante al progetto politico di coniugazione fra paradigma dell'integrazione filosofico-giuridica e liberale-democratica che sta tra il formalismo morale e l'eticità sostanziale per la riedificazione di ponti di collegamento fra molti ambiti fra cui la cultura politica dovrebbe rappresentare il collegamento e la mediazione fra le incomunicabilità, tra il paradigma sistemico delle scienze sociali ed il modello normativo di ogni latente discorso. Bisognerebbe trovare il ruolo canonico della politica? Non per tutto, ma certo l'orientamento e la bussola rimane la frase topica di Gesù che ci fa esplorare ogni volta ciò che vale di più "Non di solo pane vive l'uomo, ma per trovare quel di più devi affidarti alla fede del granello di senape che sull'albero frondoso fa crescere i sogni che non muoiono più"!

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