CHI USI? - "Ah quanto è vero ciò che sta dicendo Marco - disse fra sé e sé Gabriele - facendo un rapido esame della situazione sociale mondiale mi rendo conto, dopo avere anche ascoltato le esperienze dei confratelli nelle varie missioni comprese quelle a Gaza, che per i paesi sottosviluppati e poveri ci sarà ancora più sfruttamento da parte dei paesi ricchi ed inoltre che perderanno il loro sapere e la loro cultura originale. Tutto questo noi lo stiamo già vivendo, nel fatto di mangiare minestre già pronte, e in quello più grave che il capitalismo carpisce il sapere dei paesi più poveri facendo piazza pulita con un sapere unico e globalizzato. Tuttavia questa è una situazione critica che sta andando al di là delle intenzioni dei capitalisti stessi. Infatti, quello che sta accadendo nel nostro mondo della finanza, comincia a preoccupare anche i grandi della terra, poiché c'è un sapere che nessuno sa di sapere, ma che è capace di fare salire o scendere le Borse del mondo. I potenti del mondo, quindi, sono estremamente preoccupati per la crescita di questo sapere da parte di qualcuno che li usurpi nel loro trono governativo imperiale riconosciuto e che viene definito come inconscio che non si riesce a controllare: quello fallico che rende gli uomini virili e forti. Quel fallo interroga tutti quanti all'interno della coscienza, perché ammorba, annebbia la mente a causa delle grosse difficoltà di poterlo situare tra l'immaginario, il simbolico ed il reale." Marco pareva interpretare questo angoscioso dubbio dicendo: "Basta parlarne, basta essere parassiti della parola "fallo" per comprendere che da questa parola può derivare il termine "falli-mente" cioè una ossessione di fallire, un senso profondo di frustrazione nel non riuscire bene ad ancorare la funzione fallica perché questa comunica spesso in maniera equivoca e genera spesso fraintendimento e malinteso. Da perno della struttura simbolica, in realtà il fallo costituisce ciò che fa da ostacolo principale al rapporto fra maschile e femminile a causa di un linguaggio comune spesso volgare e scurrile. Entra così in atto un nuovo complesso di castrazione: citare spesso il fallo come un intercalare con la c per rifiuto della parte femminile, che coinvolge non solo la donna, ma anche l'uomo. Lo stesso Freud ammetteva che c'è nella donna spesso un desiderio irrealizzabile del pene, mentre spesso ci imbattiamo in uomini che hanno un'impostazione passiva che non sempre significa evirazione, ma che in molti rapporti della vita ed umani è indispensabile all'armonia e all'equilibrio. Per questo Lacan aveva proposto in un suo Seminario le formule della sessuazione che per molti uomini psichiatri compresi diventa un chiodo fisso. Lo schema riproduce a sx che tutti gli uomini devono stare sotto la castrazione per poter rimanere equilibrati con sé stessi e con gli altri. Però, nella riga superiore viene indicato il posto del Padre come una eccezione e come Padre s'intende qui quello dell'umanità tutta e quindi un Padre putativo. Si può trattare di un mito, ma si può trattare anche del Padre nostro che noi citiamo nella famosa preghiera, oppure può trattarsi di uno 0 da cui parte tutta la formulazione, da cui proviene la serie degli uguali dove l'eccezione confermerebbe la regola. Nella riga inferiore, però, c'è un altra eccezione che riguarda il godimento che per tutti gli uomini è interdetto, ma che può essere recuperato con un plusgodere che riguarda il piacere sostitutivo che si manifesta in primo luogo nell'immaginario maschile e che si può iscrivere in una porzione di femminilità al dominio del fallo e della sua potenza. Chi si iscrive lì pensa che non tutto sia sotto il fallo e quindi che sia estremamente importante che il fallo non divenga un Io narcisista ed egocentrico. La natura, comunque ci ha dotato di un istinto riproduttivo e quindi allo schema lacaniano, io proporrei di aggiungere nel plusgodere l'istinto che si pone fra l'oggetto universale ed il soggetto individuale e che attiva la problematica tra proposizioni universali ed indefinite cercando di fissare i rapporti di opposizione tra le proposizioni. Infatti, confermare l'assioma freudiano che ogni uomo è sotto il primato del fallo significa oggi capire più che mai che comunque in quel "ogni" è rinchiusa e segregata una individualità che si oppone ai tanti membri di una serie, ad una lista in cui ognuno può essere numerato, quando invece abbiamo a che fare più che altro con un "tutto" che ci pone davanti ad un complesso senza esclusione di alcuna parte o di alcuni elementi dell'insieme. Ma gli insiemi si possono pure intersecare fra di loro e persino confondere tanto da considerare alcune variabili all'interno della formula che riguardano i termini "non tutto" e "non tutta" dove quel "tutto" si pone esclusivamente sul lato maschile, mentre quel "tutta" sul lato femminile e dove si capisce che c'è qualcosa che sfugge al dominio fallico e che vale principalmente per le donne e la loro psicologia sessuale. Autorizzarsi a compiere un atto sessuale non significa auto-ritualizzarsi perché c'è da verificare meglio la parte del "non ogni" essere è veramente consapevole e quindi può esprimere un consenso responsabile all'atto sessuale, o a trattare l'argomento con dovuta competenza e poi nemmeno dopo anni di analisi possiamo dire che questa possa essere sufficiente a risolvere tutte le problematiche inerenti il potere fallico. Entra così in gioco il termine "amore come conoscenza" inteso come uno stimolo fondamentale che spinge l'intelligenza a scoprire le pulsioni e sensazioni del proprio essere. Le persone non intelligenti difatti si accontentano di agire secondo quanto è stato loro detto dai genitori per quel comandamento "onora il padre e la madre" e purtroppo, però, potranno a tale riguardo causare molti gravi danni compresi delitti passionali o violenze a causa della loro ingenua bontà. Invece, un bravo medico è più utile di un amico devoto così come il progresso della scienza giova alla comunità più che una ignorante filantropia. La parola "amore" indica una emozione e non è un principio genuino come molti romantici credono, perché prevede un bipolarismo bello e buono. Il primo polo riguarda una semplice contemplazione di pura benevolenza dell'oggetto che suscita diletto simile a quello dantesco "Quanto è bella la donna mia quando altrui saluta, di beltà vestuta.,.." Questo tipo di godimento fa parte dell'arte ed è più forte nei bambini che vedono le cose con la curiosità della scoperta, mentre gli adulti vedono tutto sotto l'aspetto utilitaristico del dare e dell'avere e c'è poco in loro di veramente disinteressato. Questo diletto e piacere disinteressato, o la sua mancanza di vedere sempre le cose sotto i nuovi aspetti della ricerca, è all'origine dei nostri torvi sentimenti, di quelli puerili ed infantili se si vedono gli oggetti del desiderio solo come semplice contemplazione estetica. L'altro polo dell'amore è la significante benevolenza dell'affetto che non dipende da nessuna attrattiva o tornaconto, ma dipende da un interesse superiore: quello della verità, autenticità, identità, dignità che produce l'amore. Questo è infondo quello che tutti ricercano per sentirsi al top."
STRIDULI SOGNI. Terry non era mai andata molto bene a scuola, un po' per il suo problema di retinopatia agli occhi, un po' perché il diabete diminuiva la sua attenzione e un po' perché faceva veramente fatica ad apprendere, così, una maestra propose ai suoi genitori un atteggiamento di interesse proposizionale dei 10 passi e delle 10 parole. Si trattava di stimolare degli stati mentali (come la credenza, il desiderio, l'intenzione) caratterizzati dall'avere un contenuto esprimibile in forma proposizionale. Questo sistema veniva ottenuto usando degli enunciati della forma "X verbo di atteggiamento che P vuole", dove X è un agente, il verbo di atteggiamento è un verbo quale credere, desiderare, intendere e P un enunciato (per esempio si iniziava dalla domanda:"Cosa intende studiare oggi la mente di Terry?" Seguita dalla frase:"La mente di Terry crede di poter studiare ferma mente l'italiano") . Sulla base di questa struttura linguist...
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