SEGRETI DI GHIACCIO - A quel punto la giornalista Julia decise di fare un intero reportage sul tema riportato da Levy e nel suo primo articolo scriveva:"Andando alla conferenza di Levy, mi sono resa conto che le mie sensazioni sono determinate, in genere dai miei stessi pensieri e perciò mi è divenuto chiaro che, sebbene non sempre possiamo controllare gli eventi ed i loro effetti, siamo però pienamente responsabili delle nostre reazioni ad essi  correlate. Lazarus e Folkman sostennero che la percezione che una persona ha di una certa situazione è la componente più significativa dello stress e dell'ansia. Coloro che dicono "Quella persona/situazione mi fa innervosire ed arrabbiare" non fanno altro, in realtà che proiettare la parte più oscura di loro stessi nella loro reazione negativa all'emozione che suscita a pelle su qualcun altro solo per avere interpretato i fatti in base alle loro sensazioni del momento dettate, chissà dal loro umore. Siamo noi quindi ad avere il potere di decidere come sentirci e di solito rimaniamo attoniti, indifferenti, algidi anche di fronte a brutali, crude e deplorevoli immagini di distruzione, di fame e di violenza umana. In effetti, siamo più attratti fa attività che fanno produrre adrenalina come il bungee jumping che è simile al salto nel vuoto che facciamo quando ci innamoriamo, quando entriamo nel vivo di una impresa, quando siamo impreparati ed è come se preferissimo, in un certo senso scatenare nei nostri corpi e nella nostra mente la reazione di "lotta o fuga" che chiamiamo eccitamento per cui le nostre sensazioni che queste esperienze fanno provare ci fanno sentire all'ennesima potenza di poter fare qualsiasi cosa e di essere vincenti oltre ogni limite. Si tratta di conoscere il termine "rimodellare" che significa fare conoscere al nostro subconscio gli aspetti positivi o le potenzialità delle varie situazioni che ci troviamo ad affrontare. Invece, io come molti, prima di uscire e venire qui a registrare e prendere appunti per il mio articolo, ho controllato prima 3 volte di non avere dimenticato di chiudere bene le finestre, di avere preso le chiavi di casa, il cellulare, la patente e la tessera sanitaria (che non si sa mai) e poi mi sono portata dietro un blocco di appunti con la penna per segnarmi le parole chiave che potevano rendere più interessante ed intrigante il mio articolo. Ho sempre la sensazione di sbagliare qualcosa, di dimenticarmi qualcosa, di non essere all'altezza del mio compito, di commettere un imperdonabile errore e faccio fatica a capire che è proprio dagli errori che si possono imparare le lezioni più importanti della nostra esistenza. Io non voglio più fare parte di quelle persone che passano la loro vita a prefigurarsi col pensiero le peggiori disgrazie future tipo quella di dimenticarsi acceso il gas e poi di accendere la luce provocando lo scoppio della casa e poi di sentirsi colpevoli se non ci si preoccupa delle cose in quanto si pensa che così facendo trascuriamo un atto importante della coscienza. La realtà è che non possiamo sempre controllare gli eventi futuri e tanto meno farli volgere tutti a nostro vantaggio e bene sublime preoccupandocene, anzi di fatto questo modo di pensare contribuisce proprio a fare accadere spesso per la nostra irrequietezza proprio quello che temiamo di più. Per esempio, come giornalista, mi sono ritrovata spesso a dover affrontare la paura di non esprimermi al meglio perché i lettori potessero avere chiari i concetti, i fatti e le dichiarazioni riportate e ciò aumentava le probabilità che scrivessi un articolo "ingessato" e privo di dettagli interessanti e tutto ciò perché mi facevo prendere dall'ansia di fare bene e di avere successo. Infondo, lo ammetto, tutto ciò avveniva perché io ero la peggiore critica e nemica di me stessa ed ero io a vedere sempre la parte più ostile nel circostante, quando invece tutto sarebbe andato meglio se solo avessi suggerito si miei pensieri quello che volevo veramente e cioè che si zittissero e che lasciassero in pace la mia mente in quanto preoccuparsi troppo è una emozione sprecata e perciò ti senti più padrona delle situazioni se riesci a cambiare il tuo punto di vista, la tua prospettiva e se impari a farlo al più presto" Una lettrice, leggendo tale articolo comprese che era davvero importantissimo rendersi conto che la parte più profonda della nostra mente prenderà spesso alla lettera le parole e i messaggi che le inviamo. Per esempio Bandler scriveva:"Sto provando ad essere una persona più calma e posso pensare in tutta onestà che il mio subconscio mi potrà aiutare a "provare" ma non sono sicuro che ce la farò a "riuscire" in quanto il termine "provare" sottintende uno sforzo da parte mia che potrebbe portarmi al fallimento nel raggiungimento dei miei obiettivi, non di meno però so che debbo "provare" se no poi un giorno mi potrei pentire amaramente di non averlo fatto. Infondo, quelle cose negative che mi ripeto abbastanza spesso sono diventate un abitudine talmente radicata in me che se anche solo tento più di una volta a cercare di creare in me la nuova abitudine a vedere gli aspetti positivi e a volerli praticare poi questi da un momento all'altro potrebbero finire per venire schiacciati e vinti dalle prossime cose negative che mi accadranno infossandomi nel delirio del mio stesso demone interiore che mi dice che io sono nessuno e perciò non posso permettermi di essere un duro". 

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